Laboratorio di Arte: uscita didattica sul territorio di Chivasso

Nell’ambito del laboratorio di “Arte” per il gruppo “Inclusione” abbiamo svolto un’uscita didattica per Chivasso, in modo da osservare e studiare i principali monumenti della città.

Eravamo una decina di alunni, con i nostri insegnanti di sostegno e con gli alunni tutor; ci siamo subito recati a piedi in Via del Collegio (sede di un antico monastero e di alcune caserme ottocentesche) e poi in via Torino per osservare le case e le chiese del centro storico.

Il prof. Martina ci ha spiegato lo stile e le caratteristiche dei principali edifici.

Giunti al Duomo, il prof. Pasteris ci ha narrato che Napoleone si recò in una casa adiacente la chiesa per passarvi la notte, quando venne a Chivasso per confondere le truppe nemiche, facendo credere che lui stesse andando verso Torino e non verso Milano.

Il Duomo di Chivasso ha una bellissima facciata con statue e fregi in cotto, una antica meridiana che si differenzia di mezz’ora dall’orario attuale, ma il campanile non ha più la famosa guglia a punta metallica (da cui deriva il nome dei chivassesi: “facia ad tola” cioè di “viso di latta”).
La guglia fu bombardata e abbattuta dalle truppe francesi durante un assedio.

L’interno del Duomo è antico, l’ambiente è molto scuro, ci sono delle opere d’arte di pregio (un quadro di Defendente Ferrari, una antica scultura della “Deposizione di Gesù” in cotto) e la reliquia di una religiosa.

A lato della navata centrale si trova la ricostruzione della Grotta di Lourdes con la statua della Madonna.

Il prof. Sapetti ci ha informato che questa zona già al tempo degli antichi romani era sacra agli Dei egizi Iside (Grande Madre) e Serapide (protettore delle acque del Nilo), i cui principali templi si trovavano nella vicina città di Industria (oggi Monteu da Po).

In seguito, Sant’Eusebio mantenne il riferimento alla “Grande Madre” e alle Acque con le statue delle “Madonne Nere” (presenti in molte chiese del nostro territorio).

Dopo una breve pausa, siamo quindi andati in Piazza d’Armi dove è stato esposto un Menhir celtico che nel medioevo fu utilizzato prima come strumento di tortura, e poi come panchina.

L’imponente Menhir di pietra è alto circa 5-6 metri ed è protetto da una teca di vetro.
Ai tempi dei celti e poi dei romani vi era già il mercato del bestiame che si teneva nel cosiddetto “Foro” (oggi detto Foro Boario, cioè dei buoi).

Di lato al Foro Boario vi è il Palazzo Einaudi che sovrastato da uno stranissimo orologio (ora non più funzionante).
Si tratta di un orologio con le ore “Napoleoniche” basate cioè sulla divisione in “10” e non in “12”.

Per rientrare a scuola, siamo tornati in via del Collegio e abbiamo percorso la tortuosa strada delle antiche mura del Castello medievale, di cui oggi resta solo una torre ottagonale.

Articolo coordinato dai docenti del gruppo di inclusione.